giovedì 16 settembre 2010

FOTOGRAFI DI TANGO!



Chi ha un account su facebook sa di che cosa parlo. Il famigerato tag arriva nei momenti meno appropriati. Proprio quando non possiamo controllare il computer per ore perchè la connessione è andata in vacanza, o perchè il pc fa solo "pip" e non fa vedere una mazza oltre ad un desolante schermo nero. E dopo ore che la gente ha fruito dello spettacolo, scopriamo che siamo stati taggati in una foto, solitamente orribile. Mentre ingurgitiamo una fetta di bresaola, proprio nel momento in cui la fetta stessa sembra la lingua del varano di Komòdo o mentre ci stiamo sedendo con la faccia da prigioniero di Guantanamo, l'obiettivo implacabile ci coglie nel momento meno opportuno. Ormai le foto sulle patenti sono diventate immagini da book d'agenzia rispetto a quelle che a volte ci si ritrova sul network. Proprio grazie all "effetto Vincenzo" ( non me ne voglia Vince, che ultimamente fa delle foto strepitose), è nata una corrente di fotografi, i famigerati "fotografi di tango". Normalmente li puoi trovare in ogni milonga o festival che si rispetti. E fotografano tutto. E quando dico tutto, intendo anche quando ti stai scaccolando o annusi di sottecchi le ascelle per sentire se puzzi. Normalmente, per quanto mi riguarda, nelle foto vengo sempre male, a volte anche peggio. Se sto ballando, riescono a cogliere proprio la posizione in cui sembro "Cicciobello fa la cacca" o sembro intento a giocare a stella, bloccato in una posizione incomprensibile anche per un fisioterapista in gamba. Stai fermo sul posto? Bene, nel giro di pochi secondi una raffica di scatti ti immortala nell'espressione tipica del fagiano che viene liberato. Ti muovi per non essere ritratto? Fa nulla, ti beccano mentre sembri Mennea al photofinish dei duecento metri. Una volta per tutta la serata ho cercato di dare le spalle tutte le volte che passavo di fronte al fotografo di turno. Il giorno dopo mi sono ritrovato su facebook, fotografato di spalle che sembravo un Village people mentre canta "Ymca" con il culo in fuori. Magia della fotografia.
So che sto sputando nel piatto dove mangio, sono più di dieci anni che vivo di fotografia. E forse per questo voglio dare qualche consiglio a chi si sta cimentando con la reflex nella sala da ballo. Pochi punti, anche perchè poi ognuno scopre da sè le regole del proprio gioco.
Primo: usate il flash con parsimonia e consapevolezza. Non dovete fare gli autovelox di chi sta ballando il vals. E così eviterete il fastidioso effetto "cera tisica" che il flash incolla sulla faccia di chiunque ci sbatta contro.
Secondo: foto in bianco e nero non vuol dire foto bella. Il dottor Orazi ha il suo stile e lavora con il b/n, ma sa quello che fa e lo fa bene. Ma non perchè fa le foto senza colori.
Terzo: cercate di capire chi non vuol essere fotografato, magari eviterete procedimenti penali inutili. La maggior parte delle milonghe infatti si svolge in circoli o associazioni, paragonabili a luoghi privati e quindi non ritraibili. Per quieto vivere, normalmente nessuno dice nulla, ma il cazziatore di turno può sempre saltare fuori.
Quarto: Come sopra, anche facebook solleva il problema della pubblicazione di foto. In un luogo pubblico potete ritrarre chi volete, ma non potreste poi pubblicarne le immagini senza l'autorizzazione. E' un rischio minimo, vista la consuetudine, ma è sempre un rischio mettere Gino Spatuzzi che balla con l'amante. Sopratutto se lui alla moglie aveva detto che era ai ritiri spirituali di Medjugorie.
Probabilmente il fotografo di tango potrebbe essere una delle 101 professioni da inserire nei nuovi mestieri di tango, ma la concorrenza sta aumentando inesorabilmente. Credo che come è successo per il diesel e la benzina, prima o poi i fotografi supereranno i ballerini. E si fotograferanno tra loro.