Cataniatangofestival. Si fa prima a dirlo che a parcheggiare. Soprattutto se le serate decidono di farle in centro, costringendomi ad una gimkana tra sensi unici. La bellezza del posto è inversamente proporzionale alla gente in pista. Non mi aspettavo tanto. Dall'emulo di Ciccio Bombo Stromboli, che improvvisa coreografie da musical dell'oratorio, a Mac Giver, primo ballerino che vedo con due portamateriale alla cintura. Probabilmente ha appena finito di costruire un reattore con due bombolette e del filo da pesca.
Il bello della situazione è che poi limonano tutti. Forse mi sono perso qualcosa? C'è qualche regola della serata che prevede copulazioni obbligatorie per poter accedere alle tande?
Alle quattro della mattina cedo e finalmente prendo la strada del campeggio dove l'immancabile rumeno mi ha fatto montare la tenda e mi ficco nel sacco a pelo. Non prima però di avere discusso con la fidanzata su quanto e quale parte della tenda tenere aperto. Punto della questione è che io sono caloroso, la mia fidanzata freddolosa. Io parto sempre dal concetto che la tenda da campeggio è un sacco della spazzatura con le cerniere, o respiri col boccaglio o trattieni il respiro, per cui optiamo per una via di mezzo. Risultato è che dopo mezzora, io sono dentro al sacco, chiuso per il freddo e lei si copre solo con un pareo per il caldo.
Poi la nottata si svolge nella seguente maniera: compressore dell'autoclave che attacca ogni dieci minuti, spazzatrice che passa per la strada e si ferma di fronte al campeggio, bambini che piangono come posseduti dal demone Acrof, fidanzata che sbraccia come la Pellegrini nei 100 dorso, aerei che partono dalla pista a due chilometri di distanza (fanculo alla windjet) ogni quindici minuti, zanzare della malaysia che mordono anche attraverso una muta da cinque millimetri. Ovviamente appena si alza il sole, la tenda diventa una zona torrida del Sudan.
Alle 11 desisto da ulteriori tentativi di tenere chiusi gli occhi. Sarà il caso che trovi uno specialista bravo?