"Benvenuti al Tango fusion, il festival più grande d'Europa!".
Un brivido lungo la schiena mi ha percorso al sentire questa frase. Non so, ma ogni volta che mi è capitato di ascoltare queste dichiarazioni, o sono finito al pronto soccorso o ho rischiato il ricovero alla neurodeliri.
Già da quando parcheggio noto delle cose strane. Si, ci sono tante auto, ma non sono convinto che il posto sia questo. L'ultima volta che ho visto un atrio illuminato con luci rosse fuoco, ero ad un addio al celibato e il posto era l'ingresso di un night.
Chiedo timidamente ad un signore che fuma se il posto è giusto: "Ma zerto che è il tango fusiòn! Mo che penzavi che fosse, la sagra della mortadella?". Bene, siamo a Tariconelandia.
Entrando, noto il manifesto che mi ricorda che è la serata del gran galà in rosso. Ottimo, visto che l'unica cosa rossa che ho è il conto in banca. Alla cassa comincia lo strazio dei moduli da compilare, ovviamente per un tesseramento che utilizzerò unicamente in questa situazione. "Sono quaranta euri, grazie e buon divertimento".
Non faccio a tempo a rimuginare sul prezzo, che da dietro due signore attempate, due locali evidentemente, mi tamponano continuamente nella coda per l'ingresso. L'opera di spinta continua finchè non riescono a "sfondare" sia la mia posizione che quella di altre cinque o sei persone. In maniera sforzatamente gentile ricordo che c'è una fila. In risposta le due donne/mummia si trasformano in repliche del demone Pazuzu e, salmodiando in copto antico, mi lanciano un anatema. Desisto dal farmi rispettare. Non ho il patentino di esorcista.
Passato il varco, mi accoglie uno spettacolo Felliniano. La serata in rosso è stata rispettata dai più e l'effetto è quello di una massa rossa che si muove. Il ritrovo degli aiutanti di Babbo Natale.
L'età media è molto alta, ma quello che mi fa più impressione, sono i vestiti femminili. La maggiorparte delle donne lo ha acquistato da Hao Mai.
Chi non sapesse cos'è Hao Mai, deve immaginarsi un supermercato dove trovi veramente di tutto, rigorosamente di provenienza e qualità cinese, dove il personale non conosce una parola di italiano. Chiedi dove si trovano le scarpe e ti viene risposto in un dialetto di una remota provincia della Mongolia interna. Si trovano anche abiti da sposa a prezzi tra i dieci e venti euro. Ovviamente sono abiti utilizzabili solo a carnevale ed ovviamente al Tango Fusiòn.
Dal palco, uno speaker cerca di dare un tono alla situazione parlando in castillano sulla musica, probabilmente crede di essere alla Baia Imperiale di Rimini. Quello che ne viene fuori ricorda però il luna park di Pinarella di Cervia, "Siori venite tutti sul cancinculo dei fratelli Gibini, prendi il codino, prendi il codino!".
In questo contesto raggiungiamo mezzanotte, anzi la passiamo. Mi chiedo se per caso Bellaria abbia un fuso orario diverso dal resto dell'Italia. Lo speaker si accorge della gaffe ed arbitrariamente comincia un countdown per il nuovo anno che è già arrivato da diversi minuti. Tre due uno...auguri.
Parte immediatamente una cosa di cui avevo solo sentito parlare e visto nei film: il trenino. Prima tre o quattro persone imbarazzate che poi raccolgono per strada altri. Nel giro di poco il trenino è composto da una cifra di scalmanati che come un tornado raccolgono tutto ciò che si può muovere. Una ragazza nel passare mi affida lo scialle, con la rassegnazione di chi non sa se e quando ne uscirà. Dopo l'una finalmente la situazione si ristabilisce, è l'ora delle esibizioni.
Di tutte le quattro esibizioni, decisamente noiose e scontate, riporto un solo momento lirico avvenuto durante quella di Zotto. L' Osvaldo, preso nel vortice della passione, chiude anticipatamente di svariate battute il pezzo, stravaccando la ballerina sul pavimento. Accortosi dell'errore, rialza la povera che spaesata non sa che fare. Arrivati alla battuta finale, come il cagnolino con la molla al collo, Osvaldito fa cenno alla ballerina di rimettersi per terra. Per fortuna che l'abito di lei, distoglie molto gli sguardi dal resto.
Nel frattempo cerco una fetta del pandoro promesso nel biglietto, ma trovo solo i culi del dolce. Probabilmente la piaga delle cavallette è arrivata fin qui. Pazienza, balliamo.
In pista sembra di essere nella scena finale di 8 e 1/2, tutti per mano o quasi, da tanto che si è stretti. Un signore da dietro, continua a spingermi come se fosse in ritardo per svuotare il sacchetto del catetere, e chiedendo spiegazioni mi viene risposto che non ci sono semafori in pista. Ok mi devo adeguare alla fauna locale. Mi metto dietro al signore, magari mi illumina sulle usanze del posto. Scopro un demente. Il signore, almeno sulla settantina, ha la postura della ruota di scorta del Pajero e ballando urla le indicazioni alla sua dama. Peso a destraaaa! Gamba sinistra deficenteeeee! Nel contempo sfonda come uno spazzaneve tutto ciò che si trova davanti. Interessante usanza, credo l'applicherò la prossima volta che mi trovo incolonnato in autostrada.
Lo speaker continua a ricordare che siamo al festival più grande d' Europa, ed io continuo a chiedermi cosa significa. Hanno fatto una rilevazione della superficie calpestabile? Oppure grande in senso filosofico? Nel frattempo sul palco è caduta una lettera del nome del festival. Probabilmente era talmente grande che il chiodo non ce l'ha fatta a sostenerla.