martedì 9 agosto 2011

STORIA DEL TANGO (Prima parte)



L'inizio è incerto. Pare che la prima tanda della storia umana sia stata ballata in Africa all'età della pietra. Alcuni Neanderthal che si stavano riempiendo di mazzate con la clava, scoprirono che era più piacevole farlo a tempo di tam tam. Ovviamente trasportarono la cosa in ambito famigliare, dove per rendere più malleabile la femmina, comiciarono a colpirla con forti colpi di clava, prendendo sempre bene la mira. Probabilmente da qui il termine mirada. Più tardi scoprirono che funzionava bene anche senza prendere bene la mira, semplicemente prendendo a caso. Questo meccanismo si è trasmesso a parecchi esemplari ed è tutt'ora in voga nelle sacade di parecchi discendenti.

Il primo vero abbraccio, inteso come tale, lo ritroviamo in alcuni graffiti rupestri. Con tutta certezza era il metodo che gli uomini utilizzavano per trasportare gli animali squartati durante la caccia. Se ne ipotizza l'utilizzo anche nei casi di spostamenti di femmine umane reticenti, squartate e non. Potremmo divagare sul perchè ancora non utilizzassero il borotalco in questi spostamenti, ma non ci risulterebbe utile al fine della storia.

Il primo documento ufficiale scritto lo ritroviamo attorno al IV sec. d.C. dove nell'inserto di un vangelo apocrifo, si pubblicizza una milonga evangelica in una catacomba romana. Il costo dell'ingresso è ormai illegibile, ma risulta bene evidente invece la necessità di effettuare una piccola affiliazione alla catacomba. Un editto avrebbe più avanti sancito l'utilizzo di un solo papiro su cui scrivere tutte le nuove affiliazioni, eliminando così i circa trenta papiri che servivano per andare in queste milonghe sotterranee. Pare che questo comodo costume si sia perso in età recente.

E' solo durante il rinascimento che si affermano i primi antesignani dei musicalizadores. Ogni musicalizador che si recava alla milonga di corte, si portava la propria ensemble di strumentisti, che tra un minuetto e una giga, inseriva pezzi di musica antica monofonica, notoriamente imballabile. Ci vollero molte teste mozzate prima di capire che due ore di imballabili erano troppe. L'esperienza insegnò che per avere salva la vita e un buon successo di salone, occorreva accorciare di molto la musica monofonica ed allungare giga e minuetto. I più virtuosi si portavano appresso una orchestra per ogni tanda, ma l'usanza fu abbandonata per mancanza di spazi. (continua)