Ci ho pensato, in effetti mi sbagliavo. Le milonghe talebane non esistono, sono solo una falsa polemica, fatta ad uso e consumo di chi non accetta la diversità. Ricordate: se vi trovate in una milonga nuova, dove nessuno vi caga e tutti vi guardano male, sappiate che è per una questione di sana diffidenza. Provate a farci caso. Nella sequenza: prima vi scrutano, se avete i pantaloni giusti o la gonna abbastanza lunga e per verificare che non siate dei tossici, dediti al vimini delle sedie. Poi, se riuscite a ballare, cercano buoni spunti per parlare di voi e segnare con il ditino. Se ballate stretti vi chiamano “attack”, se largo “piazza maggiore”, se medio “insipidi”. Se fate ganci, vi danno dell'attentatore. Se non li fate vi danno del cerebrolento. Ma offrite loro da bere e potrete fare quel cazzo che vi pare, come se foste amiconi. L'alcool apre numerose porte. E mi raccomando, tutto ciò che vi succede, è segreto e dovete parlarne solo con pochi fidati. Altrimenti dovete parlarne e scriverne con discorsi che includano frasi del tipo “intensità estrema”, “emozione profonda” “abbraccio sincero” e l'immancabile “serata di grande energia”. Ma sto cazzo. Se una serata mi fa cagare, scrivo “ serata da colite spastica”. Non uso il politicamente corretto, altrimenti questo blog si chiamerebbe Tangoamore o qualche stronzata giù di lì.
Per farmi un' idea della concorrenza ho fatto un giro sui blog di tango.P.s. E' bello andare in milonga ultimamente. Guardare gli organizzatori che sanno chi sono e vederli imperlare in fronte quando aggrotto un sopracciglio. Mi dà la sensazione di onnipotenza. Bene, sappiate che probabilmente quando faccio espressioni contrariate è perchè penso di aver lasciato il gas aperto in casa o perché vi sto prendendo per il culo.