venerdì 30 dicembre 2011

VENUSIA ERA UNA PRINCIPIANTE

Anastasia ha fatto un bel lavoretto. Ha raccolto tutte le foto dove ho una faccia da cazzo e le ha messe in una cartella.
Ovviamente minacciandomi di metterli in rete sei non mi presto ai suoi più perversi desideri. Anticipo già che quella con la fasciatura in testa e il cucchiaio di legno in bocca, supera di gran lunga quella dove indosso il cappello a mucca. Ma nulla può superare la mia espressione ebete, nell'osservare i partecipanti dell'ennesima maratona di tango. Ovviamente c'erano tutti, dal solito pirla, al pirla nuovo. Anticipo subito che il vincitore è il tipo in canottiera, ma non una di quelle canottiere normali. Quella era la canottiera che si può indossare solo in due casi: o canti nei "Village people" o sei cieco come Stewe Wonder e non sai bene cosa hai indosso. Il tipo sembrava ci vedesse bene e non mi pare che abbia intonato "Ymca", per cui il dubbio resta.
Ma il bello era vedere la novella coppia Paolo Pinza e Natalina Ruttato partecipare alla serata, invitando e facendosi invitare. La coda dalla Natalina era lunga circa fino all'entrata. Sembrava avessero riaperto le case chiuse e che gli astanti attendessero il loro turno con la migliore del bordello. Ovvio, quando sfoggi due bombe nucleari al posto delle tette, come minimo vogliono toccarle tutti. Ma Natalina non è che dimostrasse un entusiasmo particolare: durante le varie tande, la faccia era quella del gatto che caga nella sabbietta. In una scala del divertimento dimostrato, il batiscafo Trieste non sarebbe potuto andare in basso a sufficienza.
In compenso Paolo Pinza non perdeva una tanda. L'ho visto ballare con chiunque, sia che sapessero ballare oppure no. Lui del resto non faceva quasi nulla. Ma è quel quasi nulla che fa venire l'orgasmo alle giovani e un allegro solletico alle vecchie.
Come in tutte le belle storie, ci vuole un lieto fine. Me ne vado al bar per il mio solito chinotto, incespico e per non cadere mi appoggio alla prima cosa che mi viene sottomano. È ormai troppo tardi quando mi accorgo che è il culo della Ruttato. Io mi scuso, imbarazzatissimo della mia solita gaffe. Lei si gira, con la faccia da gatto che caga nella lettiera e mi risponde:" Non preoccuparti, ci sono abituata".