venerdì 4 settembre 2009

Maratona? No grazie.

Credo non accadrà mai più. Una data da segnare sul calendario e da commemorare tutti gli anni come la sagra dell'asparago. Che dovessi andarmene prima della fine di una maratona, di tango intendo. Capiamoci, con la capacità di stare sveglio che mi ritrovo, per mio conto le maratone notturne non avrebbero esistenza. Già ho problemi con quelle diurne. Una volta ad una granfondo di sci dalla durata interminabile, sono riuscito ad abbioccarmi in una lunga discesa. Mi prendono per il culo ancora adesso.
Non ci sarei dovuto andare in quanto non era previsto nel mio Sicily-horror-tour, ma ero curioso di capire come poteva essere una maratona con orari dalle dieci e trenta della sera fino alle cinque della mattina. Che io ricordi, una serata normale ha più o meno questi tempi, probabilmente essendo la prima, è un esperimento per capire se i palermitani accetteranno questa trasgressione.
All'ingresso della milonga devo già pronunciare un mantra di protezione, non mi convince molto la domanda della cassiera: "stasera se vi interessa, c'è la maratona di tango e si balla tutta notte". Mah, ti sembro qui per un torneo di calcetto? Forse che ci sia una gara di paracadutismo acrobatico e noi non lo sappiamo?
Entriamo, un po' come si entra in chiesa durante la messa già iniziata. Mi faccio il segno della croce per scaramanzia. In realtà sembra la messa del mercoledì sera, durante la quale puoi vedere solo le suore, delle signore che ormai hanno riacquistato l'illibatezza e uomini attempati col catetere. Mette musica nonno Vitali che come in Remì, si intende bene solo con il cane. Avete presente Picherna, quando è ubriaco, rimbambito dal sonno e stordito dal fumo? Peggio.
Il musicalizador era stato presentato come il papà argentino di uno dei maestri di Palermo, recensore di musiche particolari e ricercate, mai sentite in Italia. Probabilmente l'ultima volta che questo signore ha usato un giradischi è stato quando ancora c'era il magnetofono Geloso, magari vinto con "aguzza la vista" sulla settimana enigmistica.
Durante le "tande" ho occasione di osservare i personaggi.
Primo fra tutti è un signore, subito battezzato l'inquietante. Si aggira fra i tavoli come un malato di prostata in corsia e, con lo stesso sguardo di Jack Nicholson in Shining, reclama la sua tanguera. Più o meno l'effetto è quello del film. Lui che continua "Wendyyyyy" e le donne che si eclissano nel labirinto dei tavoli. Probabilmente basterebbe solo la scena del triciclo e poi Kubrick si sentirebbe a casa.
Alla consolle si succede poi il deejay Purpulipù che con il suo intermezzo di musiche elettroniche e di tande in vinile risveglia il reparto dal torpore terapeutico dei farmaci antipsicotici. Il risultato di questo risveglio è un po' lo stesso delle lumache quando escono dal guscio. E tutto questo fino alle tre e mezza, quando vengono serviti i cornetti caldi. Avete presente la piaga delle cavallette durante il film "I dieci comandamenti"? Sarà la fame chimica, visti gli psicofarmaci....
Alla fine Anastasia non ce la fà più, è la prima volta che la vedo così estraniata da una serata di tango. Ci tocca uscire prima della fine, proprio quando ritorna nonno Vitali con le sue tande di ricerca. Che sia terminato l'effetto dello xanax?